Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/330

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mire con loro navilj appresso le ripe. Perchè si sono trovati i leoni gettarsi all’acqua, e notar’ alli navilj, e tirar per forza fuori gli uomini, ma sorgono nel mezzo iiel fiume, eh è molto largo e così sono sicuri. Si trovan’ancora in delta provincia i maggiori e più feroci cani, che si possano dire, e sono di tanl animo, e possanza, che un’uomo con due cani ammazza un leone. Perchè andando per cammino cou due de’detli cani, con l’arco, e le saette, va sicuramente, e se si truova il leone, li cani arditi li vauno addosso essendo incitati dall uomo. E la natura dei leone è di cercare qualch’ albero per appoggio, acciocchè icaui non li possan andar di dietro, ina che tutu due li stiano in faccia. E però veduti i cani, e conoscendoli, se ne va passo passo, nè per alcun modo correria, per non \oler parere, eh egli abbia paura, tanta è la sua superbia, e altezza d’animo. E in questo andar di passo i cani lo vanno mordendo, e 1 uomo saettando: e ancor che il leone sentendosi mordere dai cani si volti verso loro, sono però tanto presti, che sanno ritirarsi, e li icone torna alla via sua passeggiando, per modo che, avanti eli egli abbia trovato appoggio, con le saelte e tanto lento, e morsicato, e sparto il sangue, che indebolito cade. E a questo modo con i cani prendono il leone, lamio molla seta, della quale portandosene luor del paese, si fa di gran mercanzie per via di questo fiume qual si naviga per do lici giornate, sempre trovando città, e castella. Adorano gl idoli, e sono sono il dominio del Gran 517. Questo fiump. Il fiume che qui rammenta non è più il Kincita - Kian$ che ave’’ nuvi^at«j si.io a Sui i cheti ma il fiume’ Ma-hou. ti dice che navigasi per «lo«Ji< i giornate, sempre trovando città e castella, e di poi.si trova la città «li Siiiinfu, delia quale ahbia’ti trattato di sopra, che, comesi disse, è Selliti tuJu «li cui parlo al-cap. 7j’j «il questo secondo libro. Ma ivi per un malaguiato errori; di copiata leggasi Sm-Uinju. (V. noi. 418). L la «lelta citta di Schi/ito-fù ha una comunicazione aquatica per mez/.o del fiume Ala-flou con Sui-tcheu4 fju.’iluuque f’i» eia «l’uopo andare Centro a« «pia; ma ivi t ome.«ppo noi si li.salg«no 1 liumi «olle al/.iie. Anche il nostro testo concorda coll’ Lezione Itamusianu, r.iinnn-nta cioè la naviga/.i«jne pel lumie, e ilice che post ia si yiun^e a Studi tifo, di cha yucsto Libro parlo ndmto. Ivi infatti ne fa menzione al. ap \CV I. Ma «livore «lì l«YgervÌAi ripetuto il u me di SitulinJ’u per erroie di t« pia leggesi Sar•f’i/’i. I)-U«-er a «; lezi ni tengo un rel(ili«atc dal Pesto (tircardiano il «piai in arni> i,11 gm appella quella «ittà >’/>i - dm -Ju. Queste eirot.ee lezioni li./imo litio p<r <•,.ii a« uli conimeniutoi i «lei folo il Ilio di «posta pai te «.lei Im ••1« per« ina/.ione,

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