CAP. LXV.
Della città ili. Cìanghian/ìt.
Cianghianfu è una città nella provincia di Mangi, e li
popoli sano tutti idolatri, c sottoposti alla signoria del Gran
Can. Spendono moneta di carta, e vivono di mercanzie e ani,
e sono mollo ricchi. Lavorano panni d’oro e di seta, ed è paese
dilettevole da cacciare ogni sorte di salvatitene e uece’li, ed è
abbondante di vettovaglie. Sono in questa citta due Chiese di
Cristiani Nestorini, le quali furono fabbricale nel 1274- quando
il Gran Can mandò per governatore di questa città per tre anni
Marsachis, ch’era Cristiano Nestorino, e costui fu quello che
le fece edificare: e da quel tempo in qua vi sono, che per avanti
non v’ erano. Or lasciamo questa caia, e diremo della cilia di
Tinguigui.
577. Ciànghiànfìt e meglio il Codice Ricci rdiano Cìnghianftt, che chiaramente
è la città di ’t’ehin-kiang-fu infaccia,a Kua-tcheu sull’altra riva del fiume Kiang.
Leggesi in fatti nel Testo Ottimo (t. I. p. i56) » Or ci partiremo di’qui, e passe»
remo lo fiume, e d rovvi di Chinghiafu >>. Tutti i commentatori del Polo sono di
tale opinione: il Martini (All. Sin. p. 125): il Duhaldo (t. I. p. 2 1): il Mugaillans
(p. 7): il Gaubil (p. 173). Secondo il P. Martini appena è da numerare la quantità di navilj, che ci sono tutto l’anno, perchè ivi si fermano tutti quelli che vengono dalle provincie Orientali per rassettare I’alberatura della nave, e accomodarvi le vele, perchè non possono servirsi di alberi sino al Kiang a cagione dei
ponti, di cui non awene che un so o e questo lavatoj.., di li a Pekino. La città è
detta King-Keu che significa la bocca della Corte, per le navi che di qui vi si.dirigono. 1 sobborghi della città sono grandissimi. (Mart. 1. c.) t’ehin.-kiang-fu.
Lat. 5’.° 14.’ Long. Orient. da Pckin. 2.0 55’ (Du-IIald.).