Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/359

Da Wikisource.

322

€ A P. LX Vili. Della nobile) e magnifica città di Quinsai Partendosi da Vagiti si cavalca tre giornale di continuo trovando città, castelli, e villaggi tutti abitati, e ricchi587. Le gemi sono idolatre, e sotto la signoria del Gran Can. Dopo tre giornate, si truova la nobile 3 e magnifica citta di Quinsai 588, che per l’eccellenza, nobiltà, e bellezza è stata chiamala con questo nome ^ che vuol dire città del cielo 589, perchè al mondo non •yi è una simile, nò dove si truovino tanti piaceri, e che 1 uomo si reputi essere in Paradiso. In questa citta M. Marco Polo, vi fu assai volte e volse con gran diligenza considerare, e intender tutte le condizion di quella, descrivendola sopra i suoi memoriali S9°, come qui di sotto si dirà con brevità. Questa città per comune opinione ha di circuito ceuto miglia 1, perchè le 587. Tutti abitati e ricchi. Per asserzione de P. Buvet che fu da Hang-tcheu a Kia-hing: » tout le pay est coupè de canaux avec desponts. La campagne est piate, fort unie, sans montagnes, plantèe de meuriers nmns à peu pres cornine

  1. nos vignobles, et remplie de maisoris et de hameaux ». Il relatore dell’Ambasciata di Macartney (t. IV. p. i55) «lice che da Su-tcheu a Hong-tcheu ossia

per lo spazio di circa novanta miglia, il Canale Imperiale continua ad aver di larghezza da sessanta a cento tese, e che le rive sono rivestite di mura: che il paese è tutto bello e ricco. 588. Quinsai. J).’mostrai nel primo volume che la città detta Quinsai dal Polo è quella di Hang-tcheu, e ivi esplicai il significato di detta voce (t. 1. p. iSy. n. b) Hung-tcheu-fu Lat. 5o.° 2U.’ Loag. Onent. da Pek. 5." 39.’ (Du Hdd.). 589. Città del cielo. Dice il B. Oderico »: hinc recedens perveni ad civitatem v, nomine Causai, quod idem est, quod civitas coeli. Haec est major totius Mundi, (Elog. et Hist. B. Odo ric. p. 68). 5go Li suoi memoriali. Nella dichiarazione premessa al secondo libro, esternammo la nostra opinione intorno al numero dei viaggi che fece il Polo a Quinsai e in che occasione. Merita poi particolare riflesso ciò che avverte il Holo che era in uso di scrivere i memoriali dei suoi viaggi, lo che esclude ogni dubbio ch’ ei non sapesse scrivere la sua lingua vernacola. Anzi lo stoi piamento di alcuni nomi pi opri che si ravvisa nella sua Relazione talvolta può essere avvenuto dalla difficoltà di trascriveie col suo proprio alfabeto quelle veci straniere. Era impossibile che il nostro viaggiatore senza questa ottima consuetudine di appuntare le cose degne di memoria, potesse esattamente descrivere come fece le vastissime regioni da lui visitate. 5gi. Cento miglia. Ciò che narra il Polo di Hang-tcheu cejebre capitale della