Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/368

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edifizj, c gran palazzi dentro e di fuori, mirabilmente adorni, che sono di gentil’uomini, e gran maestri. Vi sono anco molti tempi degl idoli con li loro monasteri, dove stanno gran numero di monachi che li servono. Sono ancora in mezzo di questo lago due isole, sopra ciascuna delle (piali v’è fabbricato un palazzo 0,3 con tante camere e logge, che non si potria credere. E quando alcuno vuol celebrar nozze, ovvero far qualche solenne convito, va ad uno di questi palazzi, dove gli vien dato tutto quello, che per questo effetto gli è necessario, cioè, vasellami, tovaglie, mautili, e ciascun’altra cosa, le quali sono tenute tutte in detti palazzi per il comune di detta citta a quest’effetto, perchè furono fabbricati da quello: e alle volte vi saranno cento, che alcuni vorranno far coviti,, e altri nozze, e nondimeno tutti saranno accomodati in diverse camere e loggie, con tanto ordine, che uno non da impedimento agli altri.Oltre di questo si ritrovano in detto lago legni, ovvero barche in gran numero, grandi, e piccole per andar’ a sollazzo, e darsi piacere; e in queste vi ponno sta- re dieci, quindici, e veliti, e più persone, perchè sono lunghe quindici fino a venti passi, con fondo largo e piano, che navigano senza declinare ad alcuna banda: e ciascuno che si diletta di sollazzarsi con donne, ovvero con suoi compagni, piglia una di queste tal barche, le quali di continuo sono tenute adorne con belle sedie e tavole, e con tutti gli altri jxiramenti nece>sari a lai ’ un convito. Di sopra sono coperte, e piane y dove stanno uomini con stanghe, le quali ficcano in terra, (perchè dello lago non è alto più di due passi,) e conducono dette barche dove gli vien comandato. La coperta della parte dj dentro è dipinta di vari colori, e figure, e similmente tutta la barca, e vi sono attorno attorno finestre, die si possono serrare, e apriLrica antica <T ordine Toscani, perchè osavano gli Etruschi architravi di legno (Le Comte t. I- p. 146). 1 pregi ili l/ang-tcheu doverono decadere molto allorchè cessò di essere la capitale dell’Impero. Tuttavia la vista del lago diletti sommamente gl’inglesi dell’A rnbasciata di Lord Macartnejr, che descrissero il Lago presso a poco come il Polo (Ambass. t. IV. p. 174)• 613. Un palagio. Ciò conforma il P. Le G>mte (I. «.) 614’ fare un convito. Si mantiene l’uso tuttora di andare a pranzar’ su detto Ugo p«r ricrearsi. Van-ta-zin che acrompagnava l’Ambasciata Inglese noleggio una elegantissima barca, e vi condusse a spasso alcuni della ambasciata,e diede loro da pranzo (Ambas. I. c.)