Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/424

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La città certamente è nobilissima e grandissima, e si fanno in quella molte mercanzie d ogni specie , perchè quivi ne sono in abbondanza, nè vi sono altre cose notabili. Onde procedendo più oltre tratteremo della Giava Minore. digeni della penisola di Malacci. Quella lingua non è un dialetto dell’Arabo, come credè il Thunberg, ma una madre lingua estesissima, come l’ossei va il Forster, usata in tutte le isole. dell’Oceano Indiano. Si parla allè Filippine, alle Caroline, alle Mari arme, a quelle di Pellew, dti Ladroni e in gran parte delle isole del Mar del Sud recentemente scoperte. (Thunb. Voy. t. II. p. 252.) Coloro tuttavia, che si appigliano all opinione dei questa favella non sia originaria della penisola di Malaca, parmi che s’ appigliano alla più ragionevole opinione, mentre secondo il Barros i Celiati che unitamente ai (giavanesi conquistarono il paese di Malaca, s’ intendevano tra loro, e fu dato dagli avventizj al paese quel nome, perchè nella loro favella, Malaici, significa sbanditi o scacciati (Dee. II. p. 124.). Conferma il Barteina che i Malai sono di origine di quelli di Giava (Ram. t. li. p. 182. A.). Il Signor Marsden opina essere il Malajo un dialetto currottissi’mo della lingua generale dell Oceania (Hist. de Sumat. t. I. p. 6g.). Ci sembra r’:e il p-.polo eh1 diGuse questa favella nell’Oceania fosse una razza d’uomini da assomigliarsi ai Normanni, ossia gente depredatrice, e vagabonda, che cresciuta di numero, fece nelle varie isole i suoi stabilimenti. La corruttela del Malajo deriva fiali’influenza ch’ ebbe la favella Araba su di essa, dopo che quei popoli ebbero abbracciato il Maomettismo. Gli Arabi recarono loro, oltre la religione, la letterntira, e perfino l’alfabeto. E siccome i popoli rozzi ed inculti mancano di voci pf 1 esprimere anche le cose ovvie, coloro che vi recano usi, religione e lettere hanno

influenza nelle favelle di tali genti, vi introducono molte nuove voci, e mutai > anche tutta la parte figurata di essa. Perciò anche i Portughesi alterarono

il Malajo, e forse essi v’ introdussero l’uso dell’improvvisare (Marsden 1. c. p. iprj). La lingua Mulaja quale è oggidì, è tuttavia la più gentile e armoniosa dell’Asia, ed è appellata l’italiano dell’Oriente, perchè abonda ili vocali e di consonanti liquide, p che sono le vocali mute, ed è perciò poetica, e di poesia grandemente si dilettano quei popoli. 7/40. La città certamente è nobilissima. Malaca ebbe grandissima fama c ricchezza, e fu uno dei più importanti, ed opulenti scali dell Oilente. Descrive il Barbosa il vasto traffico che vi si faceva quando giunsero in India i Portughesi (l\am. Viv. t. I p. 2^2). Conquisto la città Alfonso d’Albuquerque con intrepidezza maravigHosa. La città si estendeva lungo i.i marina per una lega di lunghezza (Mutici Stor. dell’Ind. p. 182). Allorchè gli Olandesi ne scacciarono i Portughesi, la città sommamente decadde. Oggidì ha tre strade principali ed alcune secondarie. La prima lungo la marina è piantata di begli alberi. II4 un forte per sua difesa, la rada è buona, e vi concorrono i navilj delle varie parti dell india. 1/ abitano, Mori, Malti, Portughesi, Cinesi, e alcuni pochi Olandesi, i quali non vi possedevano tei ritono perchè erano sempre in guerra con gl’indigeni (Ia? Cent. Voy. 1.1. p. (ku).