Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/446

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pescare i pesci, che non li fanno male: e perchè pescano il giorno, però la sera disfanno l’incarno, temendo che alcuno nascosamente senza licenza de’mercanti, non discenda la notte a pigliar l’ostriche; e i ladri, che temono detti pesci non osano andarvi di notte. Questi incantatori sono gran maestri di saper incantare lutti gli animali, e anco gli uccelli. Questa pescagione comincia per tutto il mese d’Aprile, fino a mezzo Maggio, la quale comprano dal re, e li danno solamente la decima (e ne cava grandissima utilità) e alli incantatori la vigesima. binilo detto tempo più dette ostriche non si truo va no, ma fanno passaggio ad un’altro luogo distante da questo golfo trecento, e più miglia, dove si truovano per il mese di Settembre, fino a mezzo Ottobre. Di queste perle, olire la decima che datino i mercanti, il re vuol tutte quelle, che sono grosse, e tonde, e le paga cortesemente, sicchè tutti gliele portano volentieri. 11 popolo di questa provincia in ogni tempo va nudo Soi, eccettoehe (coni’ è detto,) si coprono le parti vergognose con un drappo, e il re similmente va come gli altri. Vero è, eli’ ei porta alcune cose per onorificenzia regale, cioè attorno il collo, una collana 8o’ piena di pietre preziose, zafiri, smeraldi, e rubini, che vagliono un gran tesoro. Li pende al collo ancor un cordone di seta sottile So5, che discende fin’al petto, nel quale ,, inorino per tutta quella costa si pescano le perle. Nel qual mare vengono le con,, chiglie precisamente nel mese di Marzo e d’Aprile, le quali sono pescate da uomi„ ni marinareschi del paese, che non solo sono avvezzi a buttarsi a noto sotto acqua ,, quindici o venti braccia, ma si difendono ancora non senza sospetto di qualche „ grande incantesimo da certi pesci, detti pesci cani che non li toccano, nè lor fan,, no alcun male quando qualsivolglia altro, fuori di detti pescatori di perle, appena ,, e sotto acqua chè lo ciullano, tanto sono rapaci e ingordi di mangiar carne „(Carlet. t. II. p. 237). 803. Il popolo va nudo „ L’abito del re e della regina (dice il Bartcma di Ca„ licul)e di tutti gli altri nativi del paese è che vanno scalzi, e portano un panno „ di bambagie, ovvero di seta intorno alle parti inoneste „ (Ram. Nav. 1.1. p.ig. 174 C) lo stesso dice di Aarsinga (p. 73 B) 804. Una collana (V- 1.1. p. 171. n. b). 805. Un cordone di seta sottile. Questo cordone è la corona Indiana, che recitano in onore di Shiva, la terza fra le superiori divinità. Brama secondo essi è il creatore e produttore delle cose. JCishnu il conservatore di esse. Shiva il distruttose delle medesime. Sembra che il timore rendagli più fervorosi nel venerar questo più degli altri loro numi (Paul a S. Barthul. Syst. Bram. p.^85). Il celebre Missionario riferisce vari epiteti che danno a Shiva, e soggiunge: » haee omnia nomina, genti