Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/465

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E se alcun mercante forestiero, e che non conosca li costumi della contrada, si raccomandi a loro, e li dia in salvo le sue mercanzie, questi Bramirli le custodiscono, vendono, e barattatile lealmente, procurando l’utilità del forestiero con ogni cura, e sollecitudine, non li dimandando alcuna cosa per premio, se per sua gentilezza il mercante non gliela dona: non mangiano carne, ne bevono vino 858: non uccideriano alcunJ animale 85^, ma lo fanno uccidere da’Saraceni. Si conoscono i Bramirli per certo segnale clie portano, che è un fìl grosso di bambagie» 8Go sopra la spalla, e leganlo sotto il braccio, di modo che quel filo appare avanti il petto, e dopo le spalle. Hanno un re, qual’è molto ricco e potente, e che si diletta di perlej e pietre preziose, e quando i mercanti di Maabar gliene possono portar qualcuna che sia bella, credendo alla parola del mercante li da due volte tanto quanto la gli costa, però li vengono portate infinite gioie. Sono grandi idolatri, e si dilettano d’inclovi nare, e massime negli auguri, e se vogliono comprare alcuua cosa riguardano subito nel sole la sua propria ombra, e matrimonium cum una sola uxore ineunt » (Paul, a S. Barlholom. S^st. Brahmp. 221): la monogamia dei Cristiani e dei Gentili, dice lo stesso (Viagg. p.i io) benchè trai gentili non sia universale, contribuisce alla popolazione. 858. Non mangiano carne, nè bevono vino. Qui diceva mangiano carne e bevono vino ina è stata ricoi retta la lezione dietro I’ autorità del tes!o da noi pubblirato. Infatti ciò era erroneo. Vuole la quinta legge Indiana ’ di non bere cose inebrianti come \ ino, acqua vite ili palme, d’orzo, (li riso, di canne di zucchero, nè vino d’Euv ropa ». (Pad. Paolino Viag. p 225). E periino è vietato agli luc^ani di masticare oppio e la faglia di Cangiava, o di lìanga, pianta che somiglia alla canapa Euro« pea (Vojag. di Forster du Beug. a S. Pelersb. t. II. p. 4^4)• 85y. Non uccideriano alcuno animale. E’ per essi un sacrilegio punito di morte F uccidere la vacca. Pei filosofi sacerdoti Inliani la legge si estende all’uccisione di tulli gli altri animali viventi (Paulin. p. 224)• 880. iil grosso di bambugio. Il predetto missionario racconta i riti che si praticano quali io nasce un figlio d’un Bramano. Immediatamente si celebra una festa intitolata il lito sacro del nascimento. Vi si definisce la proprietà della costellazione e del destino del fanciullo. Si fa altra festa l’undecimo giorno per dargli il nome. Centocinquanta giorni dopo il nascimento, altra festa per forargli le orecchie. Di sette anni diviene Brahmaciari cioè continente, casto. Il cordone detto j-agnaparada, contrassegno distintivo dell ordine sacerdotale composto di centootto giii di lilo, si pone al fanciullo di sette anni Questo cordone passa dalla frulla sinistra sotto il braccio destro, e si chiude con tre nodi, e da le facoltà all’ iniziato di t’uxe il sagriiizio dovuto al Sole o « Mitra, e di leggere i tre Veda o libri della legge.