Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/466

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facendo le regole della sua disciplina, procedono nella sua mercanzia. Sono molto astinenti nel mangiare 8(31, e vivono lungamente. I suoi denti sono molto buoni per certa erba, che usano à masticare, la qual fa ben digerire, ed è molto sana a corpi umani. Sono fra costoro in detta regione alcuni idolatri, quali sono religiosi, e si chiamano Tingui S6a, e a reverenza de’ loro idoli fanno una vita asprissima. Vanno nudi, e non si coprono parte alcuna dei corpo, dicendo che non si vergognano d’andare nu861. Sono astinenti nel mangiare. » Gl’Indiani non pranzano all’uso di tutti ■ù gli altri Orientali. Prima d’uscir di casa e di accingersi alle loro faccende prendono la mattina il loro Cagni che gli Europei chiamano Cangi. Questa e l’aequa del riso cotto, che vi lasciò la sua crema farinacea, nutritiva, becchice v rinfrescante. Con questa colazione essi si mettono nelle botteghe, nella campagna, al telaro, al lavoro, e non interrompono le loro faccende se non verso le ventitrè ore d’Italia (mezza ora innanzi il calare del sole): allora si prepara la cena che si prende verso le ventiquattro, o poco dopo, e quasi sempre si va a 9 dormire col sol ponente, sì alza coi levante » (P. Paol. Viag, p. 11 5). Consiste la cena in riso cotto, e in Kant o s.dsa composta di pepe, di cardamomo, di legumi, di frutti tutti ben cotti, e cucinati, con un odore soave, e una s.ilsa piccante che corregge la crudezza e umidità del riso (ibid.). Sovente servono di condimento al riso il latte acido, il butirro, gli erbaggi fritti coll’olio e col burro. 862.Idolatri., e si chiamano ’Tingui. Il P.Paolinonel parlare di varie tribù Indiane, dire che quattro sono gl’istituti de’ Bramani, cioè I. 1 Uraliani,-¡duri, i continenti o c« libi. II. I ’jrahasta, ossia gli ammogliati. III. I Vanaprasta, cioè i solitari o eremiti, che osservano anche il silenzio c vivono di radici, frutti e erbaggi. IV. I Uhikshu ossia i mendicanti che vivono di elemosine e che sono i più numerosi. I l’alap’jini del Pegu, e di Siam sono di questo ordine o istituto. E da notare ch’cvvi contradizione nel P. Paolino (Viag. p. 2J1), poichè ei dice in nota elio questi ultimi filosofi non Sono sacerdoti, nè della gente Uramanica, parla dunque dei settari di liudda, e che furono espulsi probabilmente dall’India Meridionale allorchè vi si dilatò il culto di Brama. Sembra che il richiamo della nota sia fuor di luogo. Dice poichè i Bramirli professavano alle volte questo istituto, e appulla Sanjasr quelli che abbandonano tutto, e che praticano penitenze incredibili, di cui (anno menzione lutti i viaggiatori. Avverte che impropriamente sono appellati Fakìri, perchè gli confondono con i mendiranti Maomettani. Altri gli hanno appellati Yogui dalla voce Jogi che significa comunità, ed.mche (Josuami (t.I.p. 182.11.) dalle voci Go, vacca, e Sunna signore, cioè signori di vacche, p’ rchè sono imbrattati e aspersi delle ceneri reputate sacre fatte dell’csr remento di vacca.Questi furono detti daglianticbi Samaria o Somatici che significa i miti,perche non uccidono inai animali,non tagliano erbe,non mangiali carne, nè pesce, ina si cibano di riso, di radici salvatichc, di frutto, e di erbaggi, vanno nudi, e sono veri ginnosolisti, dormono per terra sopra stuoie fatte di fi>fflie di palma, non hanno comunica/¡ori cogli altri secolari (Paol. Viag. p. 73.11.). Di questi che si suddividono in varie sette parla chiaramente il Polo. i)J