porta detta tavola, deve essere menata, e condotta di luogo a luogo da tutti i rettori delle terre sottoposte all’Imperio sicura con
tutta la compagnia, e per il tempo, che vuole dimorar in alcuna
città fortezza, o castello, o villa, a lei, e a tutti i suoi gli vien
provisto, e fatte le spese, e date tutte l’altre cose necessarie.
Ora essendo essi dispacciati così onoratamente pigliata licenza
dal Gran Can, cominciorno a camminare, portando con esso loro le lettere, e la tavola d oro: e avendo cavalcato insieme venti
giornate, il barone sopradetto, s’ammalò gravemente, per volontà del quale, e per consiglio di molti lasciandolo, seguirono
il loro viaggio, e per la tavola d’oro che avevano, eran in
ogni parte ricevuti con grandissimo favore, e fattoli le spese
e datoli le scorte, e per i gran freddi, nevi, e giazze, e per
Tacque de’fiumi, che trovorno molto cresciute in molti luoghi,
fu necessario di ritardare il lor viaggio, nei quale stettero tre
anni, avanti che potessero venire ad un porto dell’Armenia
Minore detto la Giazza: dalla quale dipartendosi per mare, vennero in Acre del mese d’Aprile, nell’anno 12G9. Giunti, che
furono in Acre, e inteso, che Clemente Papa Quarto nuovamente era mollo, 15 si contristorno fortemente. Era in Acre
allora Legato di quel Papa uno nominato M. Tebaldo de’ Visconti di Piacenza, al qual essi dissero tutto ciò, che tenevano d ordine del Gran Can. Costui gli consigliò, che al tutto
aspettassero 1 elezione del Papa, e che poi eseguissero la loro
ambascerìa. Li quali fratelli vedendo, che questo era il meglio. dissero che così irebbero, e che fra questo mezzo volevano andar a Venezia a veder casa sua: e partiti d’Acre con
una nave, vennero a Negroponte, e di lì a Venezia, dove
giunti, M. Niccolò trovò, che sua moglie era morta, la quale
nella sua partita aveva partorito un figliuolo. Al quale avevano
posto nome Marco, il quale era già di anni 1 c). Questo è quel
Marco, che ordinò questo libro, il quale manifesterà in esso,
tutte quelle cose, le quali egli vidde. I11 questo mezzo la elezione del Papa si indugiò tanto, che essi stettero in Venezia
due anni continuamente aspettandola. Quali essendo passati, M.
Nicolo, e M. Maiiio temendo, clic il Gran Can non si sdegnasir’. Quello Pontefice mori in Viterbo li di Novembre del laGtt (Murai.
Ann. d’Italia).