Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/483

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producono, quali sono d’altezza di sei passa, e durano anni venti. Ma il bambagio, che si cava da quelli cosi vecchi, non è buono da filare, ma solamente per coltre913. Ma quello, che fanno lino a dodici anni è perfettissimo per far veli sottili, e altre opere. In questo regno s’ acconciano gran quantità di pelli di becchi, bufali, buoi salvatichi, leoncorni, e di molte altre bestie, e se n’acconcia tante, che se ne caricano le navi, e si portano verso !i regui d’Arabia. Si fanno in questo regno molte coperte da letto di cuoio rosso, e azzurro sottilmente lavorate, e cucite con fìl d’oro e d’argento. E sopra quelle li Saraceni dormono volentieri. Fanno ancora cuscini tessuti d’oro tirato, con pitture d’uccelli e bestie ^ che sono di gran valuta,, perchè ve ne sono di quelli, che vagliono ben sei marche d’argento l’uno: quivi si lavora meglio d’opere da cucire, e più. sottilmente e con maggior artifìcio, che in tutt il resto del mondo. Or procedendo più oltre diremo d’un regno detto Ganam. CAP. XXIX. Del regno di Canam. Canam 9l’ è un grande e nobil regno verso ponente, e intendasi verso ponente, perchè allora M. Marco veniva di verso levante, e secondo il suo cammino si tratta delle terre, che lui trovava. Questo ha re, e non rende tributo ad alcuno. Le genti 9¡5. Per coltre. Il Carletti parla delle celebri coltri di Suratte. Narra che si fece fabbricare da un mercante di Guzerat tante telerie di bambagia che chiamano Cani ahi ni, Bofjetani, Semiane, e ancora altre manifatture pure di bambagia, come coperte da letto per portare in Portogallo: » le quali sono trapuntate di lavo’ ri curiosi e bellissimi, e con punti tanto fini e fitti che a gran pena si scorgono » (t. II. p. 2^8). C)14- Canam, ma più correttamente il testo della Crusca,il Riccardiano, il Parigino Tana. Questa contrada rammentala Abulfeda. » Tanah est in al Guzerat. Maibadi fdius Sahidi dicit eam esse ultimarti urbem provinciae 7 Lar celcbratam sermonibus mergatorurn. Litoris huius Indici incolae omnes sunt infideles idulatrae » (Abulf. Geog. p. 271). Sembra il paese che il Barbosa appella Tana-Ma• jumba: nella carta dell’India del Rennol Tana è segnata sulla costa settentrionale dell’isola di Sulselta. Ma non di questo luogo favella il Polo perchè secondo esso, e Abulfeda era nel Guzerat. In litore maris ìndici era Tanah secondo Nassir Etluseo Long. 102.’ ’ o.’ Lit. 19.0 20.’ (Geog. ¡Min. t. III. p. 117).