Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/488

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\ 451 CAP. XXXIV. Dell isola di Soccotera. Partendosi da dette isole verso mezzodì, dopo cinquecento miglia si trova l’isola di Soccotera, 93f la quale è molto grande, e abbondante del vivere 925. Trovasi per gli abitanti alle rive di quest’isola molto ambracano, che vien fuori del ventre delle balene 920, e per esser gran mercanzia, s ingegnano, d’andarle a prendere con alcuni ferri^ che hanno le barbe, che ficcati nel924. Soccotera (V. t. I. p. 193. n.). Abulfeda (Gecg. p. 278) » Sokutra aut Socothra est octoginta milliaria (ma secondo la versione dell’Àssemanni ottanta puransanghe Bibl. Orient. T. Ili p. 780) » culta a Christianis Nestorinis, ducentis fere miliaribus abest a Bar el Ahkafi.:ineolae ejus sunt Christiani piratae »Triftan d’Acugna fu il pi imo dei Fortughesi che approdò nell’isola nel i5o<j. Gl’isolani da 26 anni in poi erano sotto il re di Casser che regnava sul paese di Fartasque in Arabia, il quale mandò un armamento navale e soggiogolla (Barr. Dee. II. pag. 10). 9’Jj. Abbondante del vivere, d Hanno molte vacche, e castrati, e palme y e da toli: le loro vettovaglie sono di carne, di latte, di datloli. In quest’isola \i v è molto sangue di drago (Dracena Di aco) e molto aloè soccotrino » (Barh, Barn, t. I. p. 32C). Il Barros dice ch’è troppo soggetta ai venti settentrionali e perciò multo arida. Traversa l’isola una catena di monti longitudinalmente, che forma alcune valli riparale dai venti, ove gli abitanti seminano il miglio e conducono a pascolare gli armenti. La Ieri a in se non è ti oppo sterile, ma gli abitanti sono rUZ/.Ì e di poco ingegno, perciocchè nei luoghi ove i venti 11011 regnano produrrebbe ogni sorta di piante;DcC. IL p. 9 t.) yuG. Balene. Per quanto il metodo descritto dal Polo sia tuttora quello usato dagli Europei sulla costa di Groenladit per acchiappare le balene, occorre provare • he questo metodo si usasa« nel mare Etiopico e Indiano ai tempi del nostro viaggiatore Narra l’ammiraglio Olandese Corueliz che tre dei suoi vascelli nel i5<)8. approdai ono all’isola di S. Maria, e videro un batti Ilo indiano che dava la taccia ad una balena, e aggiuntala gli gittarono l’uncino attaccato ad una corda lunga, fatta «li scorze d’albero. Feiito il mostro marino, nel dibattersi che faceva, gl’indiani gli dicrono tutta la coi da. Alloia la balena si trasse dietro la canoe o bottello Indiano c lo scosse come se fosse stato un guscio di noce, di che non si messelo in poju gl’indiani abili notatori, la balena perdute dopo ali un 1« mpo le forze apparve a galla e gl’Indiani trattala a t’ rra se la divisero (lltcu. de Vov. des J/ollund. I- II. p- i5a). Talchè possono gli Europei avere appaiato dagl’Indiani il modo d’acchiappare la balena. Anche i Giapponesi s’occupatili di quella pesca ’ ibid. t. X. p 53). Le Gentil descrive ionie la peschino gli abitanti di I ¿Madagascar Vojr.d ois Ics Mer dis Ind. t. IL p. %/,