He e mezzo; perocchè nell’inverilo, per le nevi grandi, e per
il molto crescere dell’acque, e per i grandissimi freddi, poco
potevan caulinare. Il Gran Can, avendo presentita la venuta
ili costoro, e come erano molto travagliati, per quaranta giornate gli mandò ad incontrare, fecegli preparare in ogni luogo ciò
che gli facea bisogno, di modo, che con l’ajuto d’Iddio, si
condussero alla fine alla sua corte. 32 Dove giunti ^ gli accettò
tanto avanti sempre alla volta di Greco e Tramontana che intesero il gran Can
»’.ssere in questa città. Dunque la direzione generale del loro viaggio fu sempre
alla volta di Greco e Tramontana, e ciò fa comprendere non avere deviato i
Poli da quella direzione che quanto coinportavalo l’andamento generale del loro
camino. Il testo che abb’am pubblicato dice che ivi giunti andarono al Maestro
Palagio, che tanto suona quanto palazzo di residenza (t. I. p. 6). Questa città è quella che fabbricossi per sua capitale estiva in Tartaria Kublai-can nel
ia56 a 700 Li o, 70 leghe di distanza da Pelano, che ei appello Kei-pim-fù e
cui diede anche il titolo di Cham-tu o di suprema Reale città (Visdelou Supplem a Herb. p- 9) • Ne vide le rovine il padre Gerbillon allorchè si recò in
Tartaria coll’Lmperadore nel 1691 luogo il fiume di tal nome, ed ei pure avverte che i regnanti della famiglia degli Yven, o i Mogolli, ivi facevano la loro
estiva residenza (Du Hald. t. IV. p. 258). Tanto più irrefragabile è la nostra
asserzione in quanto che il Polo rammentala anche col nome di Ciandu o Chantu (Cod.Ricc.1.1.p.5c).) e qui s’avverte per sempre che il Che il Cheu o Tcheu delle
voci orientali va sempre pronunzialo alla francese come se fosse scritto Cie, o Cieu
o Tcheu, (Cod. Ricc. t. J. p. 5j)). Il Polo narra che editicolla il gran Can Cluluii,
e ne descrive il superbo palagio, e con tale articolo termina il primo Libro, il quale
comprende tutti i paesi non meno da esso che dal padre e dallo zio visitali per recarsi al Gran-Cari. E vittoriosamente convalidano la nostra asserzione i nuovi lumi
recati alla repubblica delle lettere dal Chiaris. Padre Zurla, che ci da notizia della
Carta Geografica della Sala dello Scudo ch’è nel Palazzo Ducale di Venezia esprimente i V iaggi dei Poli. » In vero (ei dice) vi si osservano delle alterazioni progredendo all’est, aLteso lo stato lacero della tavola antecedente, da cui questa fu ricopiata, ma ad ogni modo si marca la via per Canibalu, la quale
>/ passa per Cainpion, /enduc, Cìanganor e Xandu (o Ciandu) come porta la
serie degli scritti di Marco » (Di Marc. Polo p. i3i). Ed in fatti il Polo
nel primo capo del Libro secondo parla di Cublai Can, e dei suoi fatti, e indi
tratta della città di Cambalu d’onde si parte per descrivere nel libro secondo i
viaggi fatti nelle sue legazioni ai servigi del Can. Non recherà meraviglia ch’ei
non rammenti veruna intermedia città fra Ciandu e Cambulu percorrendosi uu
tratto di Tartaria, ove nulla avvi meritevole d’attenzione, come ciascuno può
accertarsene nel giornale del Padre Gerbillon. (Du Hald. 1. c.)
22. Congetturo che il Gran Can inviasse a cercare i suoi ospiti sino a
Cainpion e meglio Cumpition (Cod.Ricc.) o a Can-tcheu perchè ei dice: » che in
questa città M. Marco Polo dimorò con suo padre e barba per sue faccende
circa un anno ». E sembra vero simile che ivi si fermassero per dare avviso
del loro arrivo a Cublcii-Can, e che ivi esso inviasse a riscontrarli.