Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/75

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lezz i della quale,si «Sommosse in disouesti pensieri,ma subito ritornato in se mandò via la donna, e considerata la parola dell Evangelio, che dice.’ se l’occhio tuo ti scandalizza, cavatelo, e gettalo via date, perchè è meglio andar con un’occhio in Paradiso, che con due nell’inferno, immediate con una delie stecche, che adoprava in bottega, si cavò l’occhio destro, la qual cosa dimostrò manifestamente la grandezza della sua costante fede. Venuto il giorno determinato, la mattina a buon ora celebrati i divini òffìcj, con grandissima devozione andarono alla pianura, dove era il monte, portando avanti la croce del nostro Signore. Il Califa, similmente credendo essere una cosa vana, che i Cristiani potessero mandar queste cose ad effetto, volse ancor lui esser presente con gran sforzo di gente per distruggerli, e mandarli in perdizione, e quivi il calzolajo levate le mani al cielo, stando avanti la croce in ginocchioni, umilmente pregò il suo Creatore, che pietosamente riguardando in terra, a laude, ed eccellenza del nome suo, e a fermezza, e corroborazione della fede Cristiana, volesse porgere ajuto al popolo suo, circa il comandamento a loro ingiunto, e dimostrasse la virtù, e potenza ai detrattori della sua fede: e finita l’orazione, con voce alta disse. in nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo, comando à te monte, che ti debbi muovere. Per le qual parole, il monte si mosse con mirabil, e spauroso tremor della terra: e il Califa, e tutti i circostanti con grandissimo spavento rimasero attoniti, e stupefatti, e molti di loro si lèeero cristiani, e il Califa in occulto confessò esser Cristiano, e portò sempre la croce nascosa sotto i panni, la qual dopo morto trovatali addosso, fu causa, che non fosse sepolto nell’arca de’ suoi predecessori • e per questa singular grazia, concessali da Iddio, tutti i Cristiani, Nestorini,, e Jacopiti, da quel tempo in quà celebrano solennemente il giorno che tal miracolo intravenne, digiunando la sua vigilia. ?8 78. Il nostro viaggiatore abbandonata l’Armenia, trasportò il lettore lungo il corso del Tigri sino al Golfo Persico, e tutto a un tratto ora riconducelo alauris o Tebriz che è nel suo vero cammino del Catajo. Nel Testo da noi pubblicato pare che avverta di questa lunga retrocessione, col dire. » Non diremo più di Baudot perchè sarabòe lunga mena, e diremo della nobile città di Toris. v (p. «4) •