Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/93

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CAP. XVI. Delle sortì delle navi dJ Ormus, e della stagione nella qual nascono i frutti loro, e del viver, e costumi de gli abitanti. Le navi d’Ormus, 1,9 sono pessime, e pericolose; onde li mercanti, ed altri, spesse volte in quelle pericolano, e la causa è questa, perchè non si ficcano con chiodi per esser’il legno col quale si fabbricano duro, e di materia fragile a modo di vaso di terra, e subito, che si ficca il chiodo si ribatte in se medesimo, e quasi si rompe; ma le tavole si forano con trivelle di ferro più leggermente che possono nelle estremità, e dopo vi si mettono alcune chiavi di legno, con le quali si serrano, dopo le legano, ovvero cuciono con un filo grosso, che si cava di sopra le scorze le quali sono grandi, e sopra vi sono fili come sete di cavalli, li quali posti in acqua y comJ è putrefatta la sostanza, rimangono mondi, e se ne fanno corde, con le quali legano le navi, e durano lungamente in acqua; alle qual navi, non si pone pece per difesa della putrefazione, ma s’ ungono con olio fatto di grasso di pesci, e calcasi la stoppa. Ciascuna nave ha un’arbor solo, e un timone, e una coperta, e quando è carica, si cuopre con cuoi, e sopra i cuoi, pongono i cavalli, che si conducono in India. JNon hanno ferri da sorzer, ma con altri lor’istru119. Le Navi d’Ormus sono dette Chambuc. Sonò alle, lunghe, c stratte «i costruiscono col legno della Palma che porta il Cocco detto volgarmente Noce d’India, albero di cui si fa e si carica il bastimento. Imperocchè il fusto dà il legname, la scorza e la foglia le corde e le vele, può caricarsi col frutto. Tutte le corde dei paesi lungo il Golfo Persico cavansi da quella scorza, e le tavole dc4 bastimento si cuciono col filo che se ne ritrae, e per essere cucite le dette navi, gli antichi Greci appellaronle Rapta. Secondo Chardin si calafatano con calce (t. II. p. 225.): ne da una buona ragione il Polo, cioè che ciò fassi per la fragilità di quel legno. Gentile oltremodo è la descrizione di quelle Navi del padre Greuber pubblicata dal Magalotti (Operet. del Magalotti p. 12). Ei pubblicò anche un Opuscolo del padre Lobo intorno all’utilità del Cocco, che fu stampato nel secondo volume della Raccolta dei Viaggi del Tevenot. Il Padre Lobo conferma come il Polo che i bastimenti si calafatano con Olio di pesce e non con calcina, ma può congetturarci che con olio e calce facciasi un mastice.