Pagina:Porro - L'Astronomia nell'evoluzione del pensiero, 1895.djvu/5

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per la scienza, bensì in quella più umana della scienza per la vita!

Mi è sembrato non inutile prendere le mosse da questo concetto, che il valente oratore avrebbe senza dubbio illustrato e chiarito con maggiore precisione, se i limiti del suo discorso glielo avessero consentito. Che la scienza debba proporsi come fine essenziale il bene dell’umanità, debba cioè essere coltivata non per sè stessa, ma per la vita, è massima volgare di buon senso, non meno che cardine e fondamento della filosofia positiva. Potrebbe adunque ritenersi affatto superfluo l’insistervi sopra, se il giudizio delle utilità che la scienza arreca alla vita non dipendesse da criteri soggettivi che spesso lo snaturano e lo corrompono. Una compagnia di speculatori si vale per fondare e per esercitare un’industria delle cognizioni e dell’ingegno di un chimico o di un elettricista. Per costoro la scienza non è che un mezzo di guidare e di perfezionare l’industria, di produrre meglio ed a miglior mercato; i denari spesi per fornire gli apparecchi ed i mezzi di ricerca e per compensare i dotti servizi ricevuti sono commisurati al valore commerciale attribuito ai servizi stessi. I capitalisti potranno calcolare con minore o con maggiore larghezza nei loro preventivi l’aiuto materiale che essi debbono fornire agli sperimentatori; ma nessuno mai pretenderà da loro che assecondino e sussidino sempre e senza restrizione le investigazioni puramente teoriche di un Lavoisier o di un Faraday.

In modo non molto diverso ragiona generalmente della scienza e de’ suoi benefizi la società presente, che, foggiandosi ogni giorno più sul tipo industriale, reputa spesso vano ed ozioso affaticarsi intorno ai pro-