Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/174

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Volevo uscire per discrezione, ma egli mi pregò di rimanere, dicendo:

— No, voi siete oramai di casa, siete amico di Aminta, avete molta più esperienza di lui, e sarà bene che egli abbia in questa circostanza qualcuno in cui liberamente confidarsi.

E volgendosi all’abatino che aveva ripreso la sua veste talare, — Figliuolo mio, a scarico di coscienza, debbo avvertirti che abbandonando la casa del sindaco tu rinunzi a una fondata speranza di fortuna, Aminta rispose vivacemente:

— Oh don Luigi, per me non ci può esser fortuna maggiore della sua benevolenza.

— Questa non ti può mancare mai, — ma puoi perdere delle sostanze....

— Non importa, non importa, purchè io non abbia a tornar più in quella casa, rinunziereì ad un regno....

— Sta bene, figliolo; fa il voler tuo.— Però ascolta, Mansueta è depositaria di documenti che comprovano i tuoi diritti verso il signor De Boni. Tua zia ed io abbiamo creduto conveniente, per motivi di delicatezza e nel tuo stesso interesse, di non farli valere che indirettamente. Adesso egli li ridomanda.

— Oh glieli dia, che quell’uomo feroce cessi una volta di perseguitarmi.

— No, li conserveremo fino a che tu abbia raggiunta la età maggiore. Allora tu sarai in grado di giudicare la nostra condotta e potrai o continuarla o ripararla.

— So bene fin d’ora che lei ha agito sempre per il mio bene. Io non posso che ringraziarla lei e anche la zia... ma da quell’uomo non voglio più ac-