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94 ii - dai «canti lirici»



     E tu, mia lira, insegnami
come svagato io corsi,
115e, col pensier, dell’opera
si scontino i rimorsi.
Spandi cosí tra gli uomini
l’aura del tuo perdono,
se non udito il suono
120da le tue corde uscí.


     Come per l’alto un zefiro,
si passerá dal mondo,
ma lasceremo un cantico
non vil né inverecondo:
125e i sorvolanti effluvi,
forse nei rovi ascosa,
riveleran la rosa,
che nel dolor fiorí.