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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/103

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vi - la parola 97

sento diffuso il mare,
55e l’atomo, che in calma
lieve per l’aere vola,
cose infinite all’alma
comunicando vien;
ma la fatal parola
60mi muor consunta in sen.


     Cieca e superba polvere,
dunque m’ha Dio percosso,
un mondo rivelandomi,
ch’io rivelar non posso?
65E questo senso, e questa
aura del cor romita,
libera, ardente e mesta
un’arpa non avrá,
che spanda un fior di vita
70per la ventura etá?


     Mio Dio, quest’arpa oh! datemi,
squilla ai dormenti petti:
non di lusinghe, armatela
di coraggiosi affetti;
75e, accomunati in loro
i mal divisi amanti,
suoni una corda d’oro,
che ai figli del Signor
renda animosi i canti
80e valido il dolor.


     Oh mobili onde! oh libere
aure! oh campagne aperte!
anche nel verno vedove
d’astri e di fior deserte,
85voi la parola avrete,
che cerca il mio pensiero,

G. PRATI, Poesie

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