e a temperar la sete,
che il cor mi consumò,
sovra l’altar del vero 90tutto svelar saprò.
Tutto, dai gioghi inospiti
ai sorridenti calli,
dal campo dei cadaveri
allo splendor dei balli, 95tutto che impera il senso
e che lo spirto insegna,
i mondi che l’immenso
alimentando va,
l’uom che obbedisce e regna, 100Dio che sorride e sta.
Dio sentirò nel barbaro,
che d’uman sangue ha voglia,
ma, festeggiando all’ospite,
gli dorme su la soglia; 105nel pellegrin, che assonna
sotto le palme assiso;
ne la selvaggia donna,
che insegna al suo figliuol
di tener vòlto il viso 110lá dove nasce il sol.
Oh! nell’intatta tenebra
saprò trovarti allora,
misteriosa fiaccola,
che la mia mente adora: 115in quell’eccelso loco
l’arpa con Dio s’accorda:
ben l’immortal tuo foco
mi fará polve il cor,
ma la morente corda 120sará sonante ancor!