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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/117

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111

I

TRA VEGLIA E SONNO

     Un verno a notte bruna,
mentre nell’erma stanza
d’Usca inducea la luna
un pallido chiaror,
5cantò questa romanza
il reduce Gildor.


     «Senti, diletta mia:
la mezzanotte appressa;
io gelo sulla via,
10e tu non vieni ancor:
compi la tua promessa;
vieni, mio dolce amor.


     Eccoti il lino bianco,
segnal della tua fede;
15mirami cinta al fianco
la ciarpa tricolor;
vieni, nessun ti vede,
angelo del mio cor.