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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/122

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116 iv - dalle «ballate»



     Ma, per Dio! dal capo ai piedi
50polsi ed ossa un gel t’investe.
Perché guardi a quella veste
lá su in alto? Or via! fa’cor.
Sangue è ben quel che tu vedi;
ti dá il sangue assai terror?


     55— Quelle macchie antiche ed adre,
quella veste io la ravviso.
Che pallor vi copre il viso?
Su! cessate di stupir;
su! chiamate il vostro padre.
60S’io qui sono, ei dee venir... —


     Quel kramaro avea perduto
la sua figlia, la sua Lida;
ramingante ed omicida,
non sapeva in che sperar;
65e lá dentro era venuto
la sua tomba a dimandar.


     Strepitava allor piú forte
la bufera, a cupi schianti.
In sei destre fulminanti
70l’ór dell’elsa scintillò;
e lo spettro della morte
su quei vetri ancor passò.


     Ma il primo nato di quei fratelli
pose col guardo freno a’ coltelli,
75che giá brillavano mezzo nudati,
per avventarsi dell’uomo al cor.
— Fratelli, indietro! Sian rispettati
gli ordini estremi del genitor.