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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/125

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ii - vendetta slava 119



     — Non siam venuti qui per trastullo,
140kramar. Non darmi piú del fanciullo.
Tremendo è il voto che porto in petto;
raccogli l’arma che ti sta al piè.
— Prendimi in mira, buon giovinetto!
l’ora e la notte tutto è per te.


     145Gli occhi tuoi belli son rilucenti
come le stelle dei firmamenti.
Non sará detto che a figlie e spose
io tolsi il raggio di tanto amor!
Son le tue guance come due rose;
150fiorir pei baci devono ancor.


     Che se una donna figliuol t’appella,
se hai la ricchezza d’una sorella,
eternamente lor vivi accanto...
Ma compi il voto che in cor ti sta.
155— Ah!... dentro agli occhi m’hai messo il pianto:
crudel kramaro, non hai pietá!


     Prendi quell’arma! — Pensoso l’uomo
ristette alquanto: poi vide un pomo
lucente ai rami Da terra tolse
160l’arma; e piú motto non pronunciò.
Verso quel frutto la mira volse,
e di due colpi l’aria tremò.


     In quell’istante, serene e belle,
su pel convesso ridean le stelle.
165Il roseo pomo cadde colpito;
cadde il kramaro percosso al cor.
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E il giorno dopo fu seppellito
il vestimento del genitor.