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142 | v - da «memorie e lacrime» |
III
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E tu, caldo di gloria e libertade,
ahi! d’Albion sotto le rupi brune,
dove il raggio del sol sí pigro cade,
teco traesti l’ultime fortune.
E hai dovuto varcar l’atre lacune
pria di veder le maledette spade,
e i rei turbanti e le falcate lune
dar volta dalle tue belle contrade!
Ché Zante no, ma il riso tutto quanto
di Grecia a te fu patria, Ugo, che avesti
di Pindaro e Tirteo l’anima e il canto.
E pur nudo e ramingo, in piagge estrane,
aime! non lacrimato i dí chiudesti.
Ecco, ingegni frementi, il vostro pane!