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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/159

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vi - la mia bisaccia 153



     Ché giá né in limpid’agata
son finti od in piropo,
ma in nudo legno, a riderne
l’ombra del vecchio Esopo;
85né la bisaccia sfolgora
di ricca perla o d’oro,
né a gloria di lavoro
l’artefice pensò.


     Di cuoio ha le compagini,
90color di violetta;
d’inglese acciar le fimbrie,
la susta e la chiavetta;
raccomandata a un cingolo
traverso il sen mi cade,
95e giá per molte strade
con me pellegrinò.


     Ma fra il corteo dei ninnoli,
dentro mal ritti in piedi,
che son questi odoriferi
100bruni fuscelli?... Oh vedi!
Fumo d’orgoglio è simile
a fumo di cigáro:
uno ne accendi, o caro,
e poniti a fumar.


     105Anzi di nebbia un vortice
sui ninnoli protervi
getta, se sai, per vincerne
i petulanti nervi,
onde il gentil spettacolo,
110che ti ferisce il ciglio,
sedato ogni pispiglio,
tu possa contemplar.