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vii - dalle «passeggiate solitarie» |
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perché col tossico
di rei diletti
la mente e l’anima
tradir cosí?
105Ma quelle d’ebano
funeste chiome
mi stan com’aspide
rattorte al piè;
e invan le misere
110potenze dome
gridano al suddito
che torni re.
Oh cacce! oh vertici
montani! oh clivi!
115oh ingenuo vivere
che dileguò!
oh selve! oh memori
campi nativi,
quando quest’anima
120voi soli amò!
Dai tetri fascini
per liberarmi
stendo alla docile
arte la man;
125e, come un profugo,
cantando carmi,
dai patri margini
mi svio lontan.