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208 | vii - dalle «passeggiate solitarie» |
pensa alla gloria
del tuo riscatto,
la niente solvimi
160da tanti error.
Per sabbie inospiti
cieco e malvivo,
lunga mi stempera
sete crudel.
165Deh! scopri il murmure
d’un picciol rivo
a questo esanime
novo Ismaèl.
Signor, le nebule
170da me disgombra,
e col tuo cantico
ti canterò,
sinché dei salici
paterni all’ombra,
175tranquillo e libero
morir potrò.