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210 vii - dalle «passeggiate solitarie»



     20sul fresco vertice
del vicin clivo,
ai rezzi tepidi
di qualche olivo,
fervente d’estasi
25rattenni il piè.


     E tra me dissi,
con gli occhi fissi
sovresso il tremulo
chiaror del lago:
30— Quanto sei vago,
gentil paese!
Sulle tue sponde
quanta discese
grazia del ciel!


     35Corso dai zeffiri,
tócco dall’onde,
stivato d’áncore
quanto sei bel!


     Dove fantastica
40la gioia impera,
ride sul Bosforo
Bisanzio altèra;
si specchia Napoli
nel suo Tirreno;
45Venezia palpita
del mare in seno;
sull onde Genova
danzando va.


     Tu meno splendida,
50tu meno grande,
giaci ove l’ultimo