al giovinetto 445fervea profetico
l’inno nel petto;
l’inno, cui d’Elide
l’aura perpetua
risponderá.
450E, quando un fremito
di patria festa
dagli inamabili
tedi mi desta,
io, che pur amo 455questo sacrato
nido, ove dormono
Ferrucci e Procida,
Dante e Torquato,
io sorgo e sclamo 460nel vergin impeto
della pietá:
— Bella è l’Italia,
bella, siccome
un viso d’angelo 465pien di tristezza!
È vile, è barbaro
chi la fa piangere;
piú vil, più barbaro
chi la disprezza! 470Dolce è il suo nome,
come un saluto
di afflitta vergine,
ch’abbia perduto
l’antico onor.