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230 viii - da «storia e fantasia»


     Ahi! quel bacio e quella piaga
d’odio e sangue il mondo allaga;
e tu scherzi, o fortunata,
co’ tuoi raggi in mezzo ai fior,
          85come fossero innocenti
delle colpe de’ viventi.
Ma la rosa anch’ella è nata
rea coll’alba, e a vespro muor.

     Cosí armonica e sincera
90tu sei lá, nella tua sfera!
Sulle nozze, inconscia luna,
sui ferètri egual sei tu;
          lá, da secoli, risplendi;
nulla speri, a nulla attendi;
95muta al mondo, alla fortuna,
al dolore e alla virtú.

     Muta sempre e sempre bella,
tu m’atterri, arcana stella.
Ecco, in faccia al mar che romba,
100il Vesèvo urlando va;
          due cittá la lava inghiotte:
tu ne illumini la notte,
e d’un popolo la tomba
non ti veste di pietá.

     105Strana dea, che valse mai
por su Erina i dolci rai,
sotto i platani tranquilli,
meco in grembo al gelsomin?
          Schiava ad altri, a me rapita,
110ombra e pianto è la sua vita;
e serena ognor tu brilli
tra quei fiori e su quel crin.