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236 viii - da «storia e fantasia»



     105Quando solo il dí reclina,
quando è mesto il cielo e il core,
sull’avel mi porti Erína
il giacinto del suo crin;


     poi la rosa, allegro fiore,
110orni sempre i suoi capelli,
e, sommersa in dí piú belli,
pensi appena al mio destin. —


     Cosí ognor passeggio e canto,
e, cantando, il cor lusingo.
115Ride il volgo. Ed io frattanto
spiro vita a’ miei pensier.


     Col mio carme io vo solingo,
del mio carme il core ho lieto,
alle lucciole il ripeto,
120come al gallo mattinier.


     E, in mirar la vòlta azzurra,
e in udire il vol del vento,
fuor del labbro, che susurra
i fantasmi che ho nel cor,


     125vo esalando un fumo lento,
che coi vortici leggieri
accompagna i miei pensieri
di gaiezza o di dolor.