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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/254

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248 viii - da «storia e fantasia»



     Ahi! per entrar negli anni
50de’ tuoi veraci affanni,
apre il fatal vestibolo
questa paura a te,
               o fantolin, che senti
nei vani apparimenti
55d’una gran colpa il gemito,
che colpa tua non è!


     Nato dal fianco d’Eva,
anche su te si aggreva
il duro fallo antico,
60che impaurir ti fa;
               e, incognito nemico,
t’alberga nelle viscere
questo terror, che il dèmone
de’ giorni tuoi sará.


     65Della natura istrutto,
tu tremerai di tutto;
ché annida in ciel la folgore,
ché regna il nembo in mar.
               Tu nella verde selva
70udrai ruggir la belva,
fredda vedrai la vipera
le rose avvelenar.


     E l'uom?... Chi mai lo solve
questo di gloria e polve
75fiero viluppo arcano,
che sol Chi ’l fece il sa?
               la cui terribil mano
oggi in Abel s’insanguina,
diman diventa artefice
80d’ogni ideal beltá.