Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/255

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v - la paura 249



     Cosi, del core in fondo,
tu tremerai del mondo,
del tempo, del tuo spirito
audace e menzogner;
               85sin tremerai di quella
tua giovinetta bella,
che, in riso e forma d’angelo,
ti dorma all’origlier.


     Sará talor gentile
90quel tuo terror, poi vile
diventerá coll’uso
del secolo crudel,
               che a nulla crede e, chiuso
ne’ suoi superbi còmputi,
95i pochi rai contamina,
che qua ci manda il ciel.


     Avrai tesauri teco?
Spavento è l’aer cieco,
donde ti spia la cupida
100pupilla del ladron.
               Ingegno avrai? Spavento
è un basso vulgo, intento
a flagellarti e sperdere
della tua fama il suon.


     105E se cadrai?... Dall’alma
ti fuggirá la calma.
Ti sentirai retrorso
lo spettro del terror.
               Nell’ombra il tuo rimorso
110assurgerá, coi vitrei
lumi in te fissi, a stringerti
d’un gel di morte il cor.