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282 | viii - da «storia e fantasia» |
XI
MEDITAZIONE
— Va’, vivi e soffri, involucro
di polvere e di luce;
compagne a te le lacrime,
a te la speme è duce;
5smania il saper; tormento
e voluttá l’amor.
Va’, vivi e soffri e dubita,
sinché tu cada spento,
e sulla morta arena
10ti nutran l’aure appena
qualche selvaggio fior. —
Chi mi cavò dall’utero
cosí m’ha condannato.
Questo fardel sugli ómeri
15mi pose il mondo e il fato.
Questa è de’ padri miei
la legge e l’avvenir:
a ree lusinghe nascere,
vivere a tempi rei,
20ber l’inesausto affanno
cibar l’eterno inganno,
fremere e poi morir.