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xi - meditazione 283



     E, se una bruna palpebra,
se un conosciuto viso
25ad or ad or lampeggiano
sulla mia notte un riso,
indi ritrarne gioia
sará follia sperar;
               ché il cor dell’uom s’intenebra
30di collere e di noia,
e il cor di donna in breve
è turbolento e lieve,
come la foglia e il mar.


     O rosignoli, o teneri
35ospiti del boschetto!
in voi diffuso e vergine
è come in ciel l’affetto;
ché a voi misterioso,
è della morte il dí;
               40perciò la siepe e il frassino
vi dá gentil riposo,
e a noi superbi e dotti
son torbide le notti
e amaro è il sol cosí!


     45I gelid’occhi al vortice
del mio passato io movo,
e l’arse travi e i féretri
della mia casa trovo;
féretri, ov’è sepolta
50la mia piú bella etá.
               A me il presente è favola,
favola amara e stolta;
e l’avvenir chi 'l vede?
senza paura al piede
55chi traversar lo sa?