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xii - la mia cronaca di porta 291



     Povero pazzo! i memori
fogli sigilla e taci.
115Fátti allo specchio, e merita
sol della musa i baci.
Cosí non dissi allora
che mi ridea l’aurora;
or che s’infosca il vespero,
120comincio ad insavir.


     Ma intanto accuse e strepiti
mi si moveano intorno.
Oh! fosse morto, al nascere,
della mia fama il giorno?
125Petrarchi e Tassi frusti,
caproni e bellimbusti
fêr sinagoga il despota
monello a maledir.


     Uno inventò le favole,
130un altro le diffuse;
chi sporse il monosillabo,
chi pronto lo conchiuse,
e dietro al «dálli! dálli!»
gl’insulsi pappagalli
135sul trivio ancor cinguettano
le ree stupiditá.


     Sino frugâr nel tumulo
dove tu dormi, Elisa,
e ti compianser vittima
140da’ miei tormenti uccisa.
Sorgi dall’erma bara,
ombra sdegnata e cara;
e del compianto ipocrita
possa arrossir chi ’l fa.