Povero pazzo! i memori
fogli sigilla e taci. 115Fátti allo specchio, e merita
sol della musa i baci.
Cosí non dissi allora
che mi ridea l’aurora;
or che s’infosca il vespero, 120comincio ad insavir.
Ma intanto accuse e strepiti
mi si moveano intorno.
Oh! fosse morto, al nascere,
della mia fama il giorno? 125Petrarchi e Tassi frusti,
caproni e bellimbusti
fêr sinagoga il despota
monello a maledir.
Uno inventò le favole, 130un altro le diffuse;
chi sporse il monosillabo,
chi pronto lo conchiuse,
e dietro al «dálli! dálli!»
gl’insulsi pappagalli 135sul trivio ancor cinguettano
le ree stupiditá.
Sino frugâr nel tumulo
dove tu dormi, Elisa,
e ti compianser vittima 140da’ miei tormenti uccisa.
Sorgi dall’erma bara,
ombra sdegnata e cara;
e del compianto ipocrita
possa arrossir chi ’l fa.