vede Leoni trapassar! Le fibre,
le vene, l'ossa gli divampan tutte.
Ma sbarrata e di vetro è la pupilla; 260cadaverico il volto; e sol la vita
da un tremor lieve delle labbra appare.
Inchiodato così stette un istante.
Indi sorrise; e due gelate stille
dagli occhi morti gli colâr sul petto. 265Stette ancora un istante. Alfin si mosse
quel pallido fantasma; ad ineguali
passi arrivò sulla tradita soglia;
e l’aperse... e li vide... e d’uno sguardo
li fulminò. Poi chiuse. Annichiliti, 270trascolorati, come fredde pietre
restâro entrambi. Edmenegarda tenta
trar dalla gola un solo accento; è indarno.
E, a forza sollevando la convulsa
testa, gli accenna di partir. Leoni 275la man ghiacciata le serrò. — Congiunti.
donna, per sempre! — E a proseguir non valse;
e, sovra il gel delle livide labbra
non baciato baciandola, col capo
vertiginoso, a strascico le membra 280disviluppando, di colá si tolse.
Arrigo il vide ripassar. Fu un punto,
ch’ei non pose sovr’esso l’omicida
mano a strozzarlo. Ma, serrati i denti
e incrociate le braccia, ei si contenne. 285E, quando il seppe dileguato, un cupo
urlo mandò qual di ferito tigre ;
e sull’infame limitar, di nuovo
ritto, immobile apparve.