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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/125

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Lá nelle turpi tenebre
de’ tuoi castelli, o cicco,
ben tu insepolcri i mártiri,
ma il lor martirio è teco;
85però che lá puoi vincere
poche languenti salme,
non i pensier, non l’alme,
non Dio che insiem le uni.
Fisa le illustri vittime
90tu, men di lor tranquillo.
Dimmi: non senti i palpiti
di Mario e di Cirillo
sotto quei polsi, o despota,
che tu di ferri hai cinto?
95Morto cadrá, non vinto,
chi da quel sangue usci.
Credevi tu che un’unica
benedicente mano
dell’atterrito apostolo,
100che piange in Vaticano,
srspenderia l’unanime
giudicio della terra?
Ah! chi, all ’aitar, non erra,
schiavo al tuo scettro, errò.
105E i figli suoi, che il videro
darti i fatali amplessi,
e all’oppressor sorridere,
lui padre degli oppressi,
tremar per quei segnacoli
110di ch’ci si noma erede,
tremar per quella fede
che Dio gli consegnò.