Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/130

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E chi, evitato il nero
Tartaro, ancor respira,
abbia in retaggio il libero
20pensicr di chi mori.
Seme di sangue provoca
messe di brandi e d’ira.
Fatevi adulti, o pargoli,
per vendicarci un di. —
25II guardian straniero
daH’ardue ròcche ascolta,
e le canzoni insolite
lo stringono di gel;
e, il pian mirando e il torbido
30stuol degli spettri in vòlta,
pensa le patrie roveri
e il nordico suo ciel.
E sciama aneli’ei: — Di meste
larve simili è piena
35pur la mia landa ungarica
o il mio boemo suol,
e a me, che, schiavo indocile,
veglio l’altrui catena,
pace l’avara tenebra
40nega e letizia il sol.
O falco, che da queste
turrite rupi inarchi
l’ali alla fuga, intendere
potessi il mio desir!
45Ma, se pur tanto d’acre
sino al mio ciel tu varchi,
di’ a’ figli miei che abborrano
in servitú perir. —