Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/150

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Su chete aure s’adagiano
130gli estinti padri almeno,
o pallid’ombre in seno
di non crucciato ostel?
Sono artifizio o artefice
passante od infinito?
135Favolai meco, o un angelo
mi die’ la legge e il rito?
Profeta e re, gli oracoli
dell’universo io scrissi?
o in piú profondi abissi
140qualch’Un me li insegnò?
Quest’Un, quest’Un mi circola
dovunque, e non lo vedo;
quest’Un lo sento e il credo,
ma ciò che sia non so.