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XLIV

CAMPANA

Il bronzo squilla; e tu da l’acque sante
ritorni, o bimbo, a la fiorita cuna.
Il bronzo squilla; e tu la gemma ad una
porgi su Tara, glorioso amante.
Il bronzo squilla; e con l’alato istante
giunge il dolor che la tua casa abbruna.
Il bronzo squilla; e la crudel fortuna
giá sta sopra al colono e al navigante.
Nembi e vulcani van per ogni villa;
dal simposio ridente al cimitero
passan l’ebbre falangi; e il bronzo squilla.
Ah! quand’io senta i tocchi ultimi suoi,
o cari morti, ai cieii novi, io spero,
trasfigurato salirò con voi.

XLV

VITA E MORTE

Vita e Morte van sempre in compagnia,
con abito gentil, sotto la luna;
e, il tempo ad ingannar, lungo la via
conversano coi numi e la Fortuna.
Un bel raggio sul fronte ha ciascheduna,
e una grazia di ciel che non s’oblia:
e piena, al sol che nasce o al di che imbruna,
dei due fantasmi è la pupilla mia.
Vita e morte è in ogn’crba e in ogni foglia;
vita e morte in ogn’aura e in ogni sasso;
vita e morte in ogn’ombra e in ogni stella.
A me piace adorarle; e non m’invoglia
raffrettare o tardar l’ultimo passo,
non sapendo ben dir qjal è piú bella.