Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/336

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Chi sa dove si recano
quest’ombre senza lacrime,
quest’ombre senza riso,
20quest’ombre senza amor!
Forse ridanno al Tartaro
l’oscuro vel di cenere
e rendono all’Eliso
le vesti d’oro e i fior.
25La strana danza io séguito
di quei risorti spiriti
che vivono un momento
poi tornano a morir.
E, quando tutto è tenebra
30e il morto mondo interrogo,
altro di lá non sento
che l’eco d’un sospir.
Chi l’ha mandato? è un angelo
che in Dio s’allegra? è un profugo
35del paradiso? od uno
cui l’Èrebo s’apri?
o sono insiem le picciole
forme dei nostri lemuri,
che per l'Olimpo bruno
40sospirano cosi?
Noi so. Da me scomparvero
quelle minute imagini;
e l’unica ingioconda
traccia, che meco sta,
45è sovra i panni il candido
pulvischio d’uno zigaro,
che la fantesca bionda
doman mi pulirá.