9 Però che già per tutto l’oriente
La fama di costui molto sonava.
Il messaggier n’andò subitamente,
Al re Corbante si rappresentava.
E spose la ’mbasciata saviamente;
Per che Corbante a Rinaldo parlava,
Come il re Carador quel messo manda,
E la sua figlia a lui si raccomanda.
10 Se tu credessi da questo martoro
Liberar la donzella, io ti conforto
Dicea Corbante, andare a Caradoro;
Però ch’io so che Manfredonio ha il torto,
Ed ha menato tutto il concistoro;
Forse, se fia da te punito e morto,
Re Caradoro si battezzerae,
Come ho fatt’io, e Cristo adorerae.
11 Rinaldo dall’abate prima intese,
Che in quel paese avea mandato Orlando;
Rispose, A Manfredon, molto cortese,
La testa leverò con questo brando,
O re Corbante; ch’a sì giuste imprese
Sarò sempre disposto a tuo comando.
Dicea Corbante: Caradoro è antico
Parente nostro, e discreto all’amico.
12 Disse Rinaldo: Or rispondi al valletto,
Che per amor di te ne son contento;
Ed ho speranza, e così gli prometto,
Di salvar la sua gente fuori e drento;
E Manfredonio il campo a suo dispetto
Leverà presto, e le bandiere al vento.
Corbante il ringraziò benignamente
Delle parole, che sì grate sente.
13 E poi si volse al messo saracino:
Dirai, che volentier la impresa piglia,
A Caradoro, questo paladino,
E del suo ardir si farà maraviglia:
Sia chi si vuol del popol d’Apollino,
Ch’a nessun questo volgerà la briglia;
Se fussi Orlando, quel ch’ha tanta fama,
Nol temerebbe; così di alla dama.