29 E vommegli alla cintola appiccare;
Lascia pur ch’egli assaggino il metallo,20
E ch’io cominci un poco a battagliare;
Che penson di venir costoro al ballo?21
Or oltre io vo’ col battaglio sonare,
Perchè non faccin gli scambietti in fallo.
Ma in questo tempo Rinaldo si è armato,
E dal re Caradoro accomiatato.
30 Ed avea fatte cose in sulla piazza,
Che ’l popol n’avea avuto maraviglia;
Di terra con lo scudo e la corazza
Saltato in sella, e pigliata la briglia.
Carador disse: Questa è buona razza:
E molto lieta si fece la figlia,
Ch’era venuta per diletto fore,
A vedergli montare a corridore.
31 Ed avea prima aiutato Ulivieri
Armar, che molto di questo gli giova;
E saltato di netto è in sul destrieri,
E fatto innanzi alla dama ogni prova,
Che far potessi nessun cavalieri;
E Dodone anco nel montar non cova:
Ognun di terra a caval si gittoe,
E tutto il popol se ne rallegroe.
32 Aveva fatti tre salti Baiardo,
Ch’ognun fu misurato cento braccia,
Tanto fier era, animoso e gagliardo;
Ed Ulivier, perchè alla dama piaccia,
Di Vegliantin faceva un leopardo;
Dodone al suo gli spron ne’ fianchi caccia:
E finalmente dal re Caradoro
A lanci e salti si partìr costoro.
33 Poi che furono usciti della porta,
Fino alle sbarre del campo n’andorno:
Rinaldo tanta allegrezza lo porta
Che cominciò a sonar per festa un corno.
Fu la novella a Manfredon rapporta;
Orlando presto e Morgante n’andorno,
Dove aspettavan questi tre baroni,
E salutorno in saracin sermoni.