14 Non lo impiccar, disse Morgante presto:
dice Brunoro ch’io ’l meni alla terra,
E dè’ saper per quel ch’e’ faccia per questo;
Tu sai ch’egli è fidato, e ch’ e’ non erra.
Rispose Manfredon: Venga il capresto,
Io vo’ impiccarlo come s’usa in guerra;
Sia che si vuole, o seguane al fin doglia,
Ch’io mi trarrò, Morgante, questa voglia.
15 Dicea Morgante: Il tuo peggio farai,
Chè si potrebbe disdegnar Brunòro;
E se tu perdi lui, tu perderai
Me e il tuo stato col tuo concistoro:
Io il menerò, se tu mi crederai;
Credo ch' accordo tratti Caradoro;
E forse ti darà la sua figliuola,
Ch’io n’ho sentito anch’io qualche parola.
16 Manfredon disse: Per lo Iddio Macone
È già due dì ch’io giurai d’impiccarlo,
Come tu vedi, innanzi al padiglione;
Non è Macone Iddio da spergiurarlo.
Allor chiamava il suo Cristo Dodone,
Che non dovessi così abbandonarlo.
Morgante, udendo far questa risposta,
A Manfredon più dappresso s’accosta.
17 Il padiglione squadrava dintorno,
Vide ch’egli era un padiglion da sogni;
Prima pensò d’appiccarli un susorno4
Al capo, e dir ch’a suo modo zampogni;
Poi disse: Questo sare’ poco scorno,
E credo ch’altro unguento qui bisogni:
E finalmente il padiglion ciuffava
Di sopra, e tutte le corde spezzava.
18 Dette una scossa sì fiera e villana,
Ch’arebbe fatto cader un castello;
O s’egli avessi scossa Pietrapana,
Arebbe fatto come fece a quello:
Così in un tratto il padiglion giù spiana,
E d’ogni cosa ne fece un fardello,
E Manfredonio e Dodon vi ravvolse,
E fuggì via, e ’l suo battaglio tolse.