19 E in su la spalla il fardel si gittava,
Dall’altra man col battaglio s’arrosta;5
Il capo a questo e quell’altro spiccava
Di que’ Pagan che volevon far sosta:
Talvolta basso alle gambe menava,
Tanto che ignuno a costui non s’accosta,
E teste e gambe e braccia in aria balzano:
La furia è grande, e le grida rinnalzano.
20 Subito il campo è tutto in iscompiglio,
E corron tutti come gente pazza;
Morgante fece il battaglio vermiglio
Di sangue, e intorno con esso si spazza:
A chi spezza la spalla, e a chi il ciglio;
E Manfredon quanto può si diguazza,6
E grida, e scuote, e chiamava soccorso:
Dodon più volte l’ha graffiato e morso.
21 Morgante il passo quanto può studiava,
E a dispetto di tutti i Pagani
Passato ha 'l fiume, e 'l fardel ne portava;
Tanto menato ha il battaglio e le mani.
Ma finalmente Dodone affogava;
Onde gridò: Se scacciati hai que’ cani,
Posami in terra, ch’io son mezzo morto,
Per Dio, Morgante, e donami conforto.
22 Morgante in terra posava il fardello,
Chè non aveva più d’intorno gente,
E confortava Dodon cattivello;7
Ma poi di Manfredon poneva mente,8
Ch’era ravvolto come il fegatello:
Vide che morto parea veramente,
E disse: Te non porterò alla terra;
Poi che se’ morto, finita è la guerra.
23 Disse Dodon: Deh gettalo nel fiume.
Morgante vel gittò, sanza più dire;
Ma presto ritornàr gli spirti e ’l lume,
Però che l’acqua lo fe risentire,
Come egli è sua natura e suo costume;
E Manfredon comincia a rinvenire:
E corse là di Pagani una tresca,9
Tanto che in fine costui si ripesca.