34 E disse: Va, ch’io ne son ben contento;
E poi si volse ove Carador era,
E sì dicea: Questo ragionamento
So che saranno parole da sera,14
Che come fumo ne le porta il vento;
O distruggonsi al Sol qual neve o cera;
A me par, Caradoro, da vedere
Quel che fa il campo e le Pagane schiere.
35 Se per sè stessi si dipartiranno,
Lasciagli andar, che mi par più sicuro;
Però che sempre è nel combatter danno,
E solo Iddio sa il tutto del futuro:
Vedrem pur che partito piglieranno,
E staremci doman qui drento al muro;
Non si partendo il dì, poi gli assaltiamo,
Chè in ogni modo te salvar vogliamo.
36 Poi ci darai la tua benedizione,
E cercheremo ancor meglio il levante.
E così disse Rinaldo e Dodone,
E Ulivier, ma non v’era Morgante.
Vannosi a letto con questa intenzione,
Ch’avevon tutti cenato davante;
E Caradoro avea massimo onore
A tutti fatto e con allegro core.
37 Morgante avea mangiato quel che vuole,
Un gran castron, che gli fu dato arrosto;
Andossi prima a letto che non suole,
Chè com’e’ disse fare era disposto;
Nè prima in oriente appare il Sole
L’altra mattina, ch’e’ si leva tosto;
Prese il battaglio e certo fuoco in mano,
Ed avviossi nel campo pagano.
38 I Saracin trovò ch’erano armati,
Ma pure il fuoco in un lato appiccoe,
Dov'eran i destrier sotto i frascati,
Tanto che molti di quegli abbrucioe;
Ma furon presto scoperti gli aguati,
E in mezzo a più di mille si trovoe:
E tutto il campo a furia sollevossi;
Ognuno addosso al gigante cacciossi.