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canto nono. 165

23 Se vuoi giostrarlo, i' sono al tuo comando:
     Se tu m’abbatti per la tua virtù
     Su questo prato con lancia o con brando,
     Sia tuo il caval, non se ne parli più.
     Fieramonte rispose rimbrottando,
     E disse: Poltonier12, che parli tu?
     Com'hai tu tanto ardir, matto villano?
     Quel che tu di’ nol direbbe il Soldano.

24 Se tu sapessi ben con chi tu parli,
     Non parleresti così pazzamente:
     Quantunque io soglio i pazzi gastigarli.
     E 'l mio fratello Erminion possente
     Farebbe a tutta Francia e sette Carli
     Guerra, com'or vi fa colla sua gente;
     Ch’a Montalbano ha posto già l’assedio,
     Tanto che Carlo non ha alcun rimedio.

25 E tante schiere e giganti ha menati,
     Per la vendetta far di quel Mambrino,
     Ch’uccise il fior de’ traditor nomati,
     Rinaldo, che pel mondo or va meschino;
     E sbattezar vuol tutti i battezzati.
     Disse Rinaldo: Bestial Saracino,
     Sia chi tu vuoi, che per la gola menti;
     Chè mai Rinaldo non fe tradimenti.

26 Per forza o per amor del campo piglia,
     Io vo’ pigliar per Rinaldo la zuffa;
     Ch’io so ch’egli è di sì nobil famiglia,
     Che mai non fece tradimento o truffa:13
     E detto questo, girava la briglia.
     Veggendo il Saracin com’egli sbuffa,
     Disse: Sarebbe il diavolo costui?
     Mai più smentito in tal modo non fui.

27 Volse il cavallo, e tutto acceso d’ira
     Prese del campo, e poi si fu voltato.
     Rinaldo all’elmo gli pose la mira,
     E ’l ferro della lancia v’ha appiccato;
     Tanto che Fieramonte ne sospira,
     Perchè dalla collottola è passato,
     Sì che per gli occhi gli passò la fronte,
     E morto cadde in terra Fieramonte.