28 I Saracin, che questo hanno veduto,
Cominciorno pel colpo a sbigottire;
E come avvien chi 'l signore ha perduto,
Pel prato cominciâr tutti a fuggire.
Aveva un certo baron molto astuto
Fieramonte, e veggendo quel morire,
Venne a Rinaldo, e ginocchion si getta,
E disse: Fatta hai, baron, mia vendetta.
29 Se vuoi ch’io parli arditamente il vero,
Io ti dirò di questo traditore
Il qual tu hai morto, gentil cavaliero:
Sappi che ’l suo fratel, ch'è qua signore,
Lo lasciò qui a governo del suo impero,
E mossa ha guerra a Carlo imperadore;
E come e’ disse, a Montalban si truova
Per pigliar quello, e faranne ogni pruova.
30 Poi che costui si vide qua il messere,14
Ha fatte cose contra ogni giustizia,
Rubato il terrazzano e ’l forestiere,
Mostrato in molti modi sua nequizia,
A nessun fatto ragione o dovere;
E per più chiar mostrar la sua tristizia,
S’alcun pur ne volessi dubitare,
Le nostre donne cominciò a sforzare.
31 E perchè alcuno non avea pazienza,
E’ lo faceva morir di segreto,
Tanto che assai per questa violenza
Per la paura si stavan di cheto;
Trovato ha il suo peccato penitenza,
E tutto il popol nostro ne fia lieto:
Volle sforzare anco una mia sorella,
E non potendo, imprigionata ha quella.
32 Se tu se’ cavalier ch’abbi potesta,15
Come mi parve veder poco avanti,
Togli il cavallo e la sua sopravvesta;
Noi ti farem compagnia tutti quanti,
E tutta la città ti farà festa:
Noi siam tutti baron de’ più prestanti:
Sanza colpo di spada o altra guerra,
A salvamento16 ti darem la terra.