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canto nono. 169

43 Rinaldo corse al palazzo reale,
     Dov’era la Reina e’ suoi figliuoli;
     E come giunse in capo delle scale,
     Disse la donna: Perchè i nostri stuoli
     Son sì turbati, e perchè tanto male?
     Così far, Fieramonte mio, non suoli:
     Che caso è questo, e chi muove tal guerra,
     Che sottosopra così va la terra?

44 Rinaldo di Frusberta gli menoe
     Un colpo tal, che gli spiccó la testa.
     Prese i figliuoli, e tutti gli ammazzoe.
     I Saracin dicien: Che cosa è questa?
     E finalmente la terra piglioe,
     Con quella gente che drento vi resta;
     Poi trasse di Faburro la sorella
     Della prigione, afflitta e meschinella.

45 E poi che furno alcun dì dimorati,
     E con Faburro ognun si fu scoperto,
     Ed hanno i nomi lor manifestati,
     E ’l popol vide ogni segreto aperto;
     Furon tutti d’accordo battezzati,
     Rendendo a Gesù Cristo grazia e merto,
     Che liberati gli ha da quel crudele,
     E fatto a sè questo popol fedele.

46 Poi con Faburro, che sapeva il fatto,
     Si ragionó dell’oste ch’è a Parigi,
     E come Gano avea aspettato il tratto21
     E mosso guerra e discordia e litigi,
     Per dare a Carlo Mano scaccomatto;
     E che soccorrer si vuol San Dionigi:
     Faburro s’accordó che vi si vadi
     Subitamente, e che più non si badi.

47 Orlando disse: E’ mi dispiace solo,
     Che noi lasciamo il possente gigante
     A Caradoro, ond’io n’ho molto duolo.
     Disse Dodon: Se tu vuoi, sir d’Angrante,
     Andró per lui com’un falcone a volo;
     In pochi giorni sará qui Morgante:
     A tutti piacque che per lui s’andassi,
     E per far presto Baiardo menassi.