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canto nono. 177

83 Carlo il credette ben, chè ’l ver dicea,
     Che ’l tradimento doppio era ordinato.
     Astolfo in questo tempo gli scrivea,
     Come questo fellon l’avea ingannato.
     Carlo all’usato a Ganellon credea,
     Chè così era nel ciel destinato;
     E conferiva con lui come prima
     Ogni segreto, e così facea stima.

84 Erminion colla sua gente bella
     Sempre più inverso Montalbano è ito:
     Era per Pasqua, giunse la novella
     D’un messaggier ch’è tutto sbigottito;
     Tanto che giunto a gran pena favella,
     Poi disse tutto per duolo smarrito:
     Erminion, male novelle hai certo,
     Sappi tu se’ col tuo popol diserto.

85 E ’l tuo fratello è morto Fieramonte,
     Chè combattendo un dì con un Cristiano,
     Gli passò l’elmo, e ruppegli la fronte;
     E dice ch’è il signor di Montalbano,
     Ed ha con seco quel famoso conte
     Orlando, che tremar fa il monte e ’l piano;
     La città presa ed abbruciata è tutta,
     E la tua gente scacciata e distrutta.

86 Faburro è quel che ’l tradimento fe,
     Tutti i suoi amici ha fatti far Cristiani,
     E tutto il regno in preda a costor diè;
     Gran quantità son morti de’ Pagani,
     Sanza trovare o rimedio o merzè:
     Io gli ho veduti tagliar come cani,
     E la tua donna in molti affanni e duoli,
     Uccider crudelmente, e’ tuo’ figliuoli.

87 E ti so a dir, che ti vengono addosso
     Con ben quarantamila cavalieri,
     Ed era il campo, quand’io parti’, mosso:
     Faburro è ’l capitan di que’ guerrieri,
     Che di sua gente ha fatto capo grosso,
     E vien con lor, per mostrare i sentieri.
     Quando il Pagan sentì quel ch’egli ha detto,
     Bestemiò forte lo Iddio Macometto.